Vittorio Marziali
Ultima modifica 29 dicembre 2020
Vittorio Marziali nasce a Grottazzolina nel lontano 1884.
Incline alla musica fin da bambino, frequenta la scuola della locale banda cittadina ed in seguito segue le lezioni private presso alcuni dei piu’ rinomati maestri del fermano.
Trascorre le sue giornate dividendo il tempo tra lo studio e il lavoro di fabbro ferraio nella bottega artigiana gestita insieme al fratello Torquato.
Nella banda di Grottazzolina suona il quartino piccolo in mi bemolle durante il periodo del maestro Amici, forse, il primo maestro della Banda, costituitasi nel 1883.
Partito militare, entra a far parte della banda di Cerignola che gli consentira’ di continuare gli studi e di conoscere le grandi opere degli autori classici.
Una volta congedato vince il concorso presso la banda municipale di Milano ove si trasferisce nel 1914 subito dopo essere convolato a nozze.
Oramai professionista della musica, Marziali suona con varie orchestre da ballo e continua con profitto ad affinare le sue doti innate di strumentista seguendo le lezioni dei migliori maestri milanesi, oltre a dedicarsi alla notazione musicale, studi che gli saranno di grande aiuto qualche anno piu’ tardi.
Ha il privilegio di suonare con la banda del teatro “Alla Scala” di Milano durante il periodo dell’indimenticabile maestro Arturo Toscanini, sicuramente uno dei piu’ grandi direttori del nostro secolo.
Di Toscanini ebbe modo di confidare ai suoi familiari il carattere irruento ed impulsivo che manifestava durante le prove dove spesso rimproverava i suoi orchestrali apostrofandoli con lo pseudonimo si “sacchi di carbone” perche’ a suo dire suonavano senza mettervi sentimento.
Conclusa questa straordinaria esperienza, entro’ a far parte dello staff della casa editrice Ricordi ove, grazie ad una sua rivoluzionaria invenzione riguardante il sistema di stampa degli spartiti musicali, venne promosso direttore della divisione musicale con a sua disposizione ben 25 dipendenti.
Orgoglioso del suo brevetto lavoro’ con entusiasmo per 35 anni presso la stessa casa editrice, trascrivendo ed anche correggendo ove si rendeva necessario le partiture scritte a mano a lui affidate dai compositori dell’epoca, prima di mandarle in stampa.
Nonostante la sua fulgida carriera lo impegnasse fortemente, non abbandono’ mai il legame sempre vivo con il suo paese d’origine ove era solito recarsi per assistere ai tradizionali festeggiamenti del mese di giugno.
Trascorse gli ultimi anni della sua vita a Grottazzolina presso l’abitazione di famiglia.
La morte lo colse nel 1975.